Tablet PC nel mondo dell'educazione: come creare un progetto di successo

Università e scuole di ogni ordine e grado subiscono pressioni sempre maggiori per integrare le tecnologie più recenti all’interno della loro offerta. I Tablet PC possono essere strumenti di reale cambiamento per studenti e docenti ma introdurre i tablet in classe non è né semplice né veloce.

Le istituzioni educative usano i tablet fin dai primi anni 2000; nonostante questo sono state effettuate pochissime ricerche che analizzano i reali vantaggi dell’uso educativo dei tablet – e non risultano sviluppate nemmeno delle “buone pratiche” in questo campo. L’uso educativo dei tablet ha iniziato ad espandersi in modo importante dopo il 2002, con il lancio di Windows XP Tablet PC Edition e l’arrivo sul mercato di numerosi nuovi modelli dotati di penna. Da allora la maggior parte dei tablet utilizzati nel mondo dell’educazione è stato basato su Windows; dispositivi con altri sistemi operativi hanno iniziato a diffondersi solo dopo il 2010, con il lancio dell’Apple iPad: questi dispositivi sono stati adottati principalmente per il prezzo ridotto (nel 2010 il prezzo medio dei Tablet PC superava i 1500 dollari, mentre la prima generazione di iPad partiva da soli 499 dollari; al momento attuale però Tablet PC con Windows perfetti per uso in classe sono acquistabili a meno di 300 euro). In ambito educativo i dispositivi Android risultano utilizzati in modo molto e principalmente in progetti sponsorizzati e finanziati da Samsung – o in progetti di bassa qualità che prevedono l’uso dei tablet per la semplice navigazione internet o per la lettura dei PDF.

In termini generali, i tablet con Windows (Tablet Personal Computers) sono la scelta migliore per il mondo dell’educazione, dato che sono orientati alla produttività e che la maggior parte delle applicazioni educative sono sviluppate per Windows. Dato che di fatto sono normali PC, i Tablet PC non necessitano di una particolare infrastruttura tecnica e sono compatibili con qualsiasi periferica, programma ed accessorio già acquistato – essendo PC sono poi facilmente aggiornabili ed affiancabili da dispositivi diversi o di altre marche nel caso in cui questo fosse ritenuto vantaggioso.

Come già detto, al momento mancano ancora delle “buone pratiche” relative all’uso dei tablet e Tablet PC all’interno delle classi, ma qui di seguito potete trovare qualche consiglio per introdurre con successo i tablet all’interno del mondo dell’educazione.

Prendete tempo: un buon progetto necessita di almeno due anni di lavoro

Inserire i Tablet PC all’interno di una classe non è una attività che può essere compiuta da un giorno all’altro. Le istituzioni educative subiscono grandi pressioni per inserire i tablet nelle classi ma una adozione rapida è quasi sempre un inutile spreco di soldi e tempo. E’ necessario comprendere e analizzare le proprie necessità, scegliere uno o più dispositivi, iniziare un progetto pilota, analizzare i risultati di queste prime prove e modificare il progetto di conseguenza, formare i docenti e il personale – e infine iniziare il progetto definitivo. Tutto questo percorso richiede tempo ma offre altissime probabilità di successo – anche se i primi veri risultati arriveranno solo dopo due anni.

Capire ed analizzare le proprie esigenze

E’ essenziale capire perché si vuole inserire i Tablet PC nelle classi. I Tablet PC non sono giocattoli o semplici libri elettronici, ma costosi ed altamente tecnologici compagni del docente e dello studente, che offrono un modo completamente nuovo di insegnare e imparare. Usare un tablet semplicemente per far leggere ai ragazzi i libri in formato digitale è uno spreco di soldi – i tablet costano molto più della carta, anche sul medio-lungo periodo. Usarli per rendere semplicemente la lezione “più interattiva” mediante l’uso di Internet e media non comporta particolari vantaggi e spesso serve solo per mascherare una scarsa capacità di gestione della classe di alcuni insegnanti – e più che in tablet, sarebbe meglio investire in formazione e supervisione del corpo docente. Un Tablet PC è uno strumento che cambia la struttura della lezione, permettendo un diverso rapporto docente-studente che va oltre il normale orario scolastico (grazie alla creazione pressoché automatica di contenuti multimediali che gli studenti possono visualizzare a casa) – e solo in questa ottica ha senso inserire il tablet in classe.

Analizzare le proprie motivazioni e necessità è essenziale per scegliere il giusto dispositivo: ogni istituto ha i suoi obiettivi educativi e necessita di dispositivi diversi (con o senza tastiera, con o senza penna, con molte porte o solo con il WiFi, corazzati o leggeri e sottili, …) per raggiungerli.

Non fidarsi dei produttori e pensare anche ai programmi, alla formazione e all’infrastruttura

Per i consigli è importante affidarsi a persone competenti che non vendono i prodotti, scegliere il dispositivo e poi contattare un rivenditore: i produttori (Apple, Samsung, Acer, ASUS, HP, Fujitsu, Microsoft, …) o i rivenditori non sono realmente interessati a fornire il giusto dispositivo per le esigenze dell’istituto, ma uno dei dispositivi che loro vendono. Ma per un buon progetto è essenziale acquistare quello che è il miglior dispositivo per le esigenze del progetto, non per le esigenze di fatturato di qualcun altro.

E’ essenziale ricordarsi anche che il Tablet PC è solo una parte del progetto: sarà necessario investire una parte considerevole dei fondi per le applicazioni (OneNote, DyKnow, Camtasia, …), per la formazione (docenti e studenti devono saper utilizzare i dispositivi e le applicazioni), i contenuti (che possono essere creati dai docenti o acquistati) e l’infrastruttura (proiettori, WiFi ad alta velocità, prese elettriche, filtri dei contenuti non adatti, …).

Iniziare con piccoli numeri e un progetto pilota

Una adozione limitata di prova aiuterà a capire se il progetto ideato è buono e se vale il tempo ed i soldi investiti. Per il primo anno bisognerà inserire i Tablet PC solo in un numero limitato di classi e alla fine di tutto andranno analizzati i risultati.

I dispositivi scelti sono quelli giusti? L’infrastruttura necessita di qualche espansione? C’è un qualche miglioramento (statisticamente significativo) nei risultati degli studenti che hanno usato i Tablet PC rispetto agli studenti che hanno fatto lezione in modo tradizionale? Solo dopo aver risposto a queste domande e aver risolto eventuali problemi ha senso investire in modo consistente e portare i dispositivi nelle mani di tutti gli studenti.

Continuare ad analizzare ed evolvere, descrivendo la propria esperienza

Dopo la partenza del progetto e l’adozione massiccia dei Tablet PC da parte di studenti e docenti bisogna continuare ad analizzare la risposta e le eventuali critiche di studenti e docenti almeno ogni sei mesi, utilizzando i risultati di questa analisi per modificare anno dopo anno il progetto adottando nuove tecnologie, imparando ad usare nuove funzionalità dei Tablet PC, utilizzando applicazioni diverse e nuove periferiche.

Essenziale resta poi condividere la propria esperienza, mediante il sito dell’istituto e con articoli pubblicati su riviste scientifiche, per aiutare altre istituzioni educative – ma anche ottenere consigli da parte di chi sta lavorando a un progetto parallelo e che solo con la condivisione potrà sapere dell’esistenza di altri progetti.

Articolo di Tablet PC Italia

6 comments

  1. Che bello leggere un’articolo come questo!
    L’Italia è tremendamente indietro nell’introduzione del digitale nelle scuole, ma quel che è peggio è che dove ci sono tablet, pc e lavagne elettroniche si usano esattamente come gli strumenti tradizionali, perché quello che manca è la cultura digitale, prima ancora dei mezzi!

    1. La mancanza di cultura digitale è solo una delle molte teste di una Idra presente nel mondo educativo italiano. Ma una cultura digitale è importante ma non indispensabile, in particolare in alcune materie più “classiche”, e in fin dei conti l’Italia non è particolarmente indietro nell’introduzione del digitale.
      Quello che a mio parere manca veramente è una formazione di qualità sugli strumenti: in primo luogo i responsabili informatici acquistano dispositivi senza conoscere eventuali alternative (in quanti non sanno dell’esistenza dei Tablet PC e dei digitalizzatori attivi!) in secondo luogo a parte rari casi a studenti e docenti sono forniti degli strumenti senza che questi siano richiesti (con richieste motivate da esigenze didattiche e non da semplici voglie) da docenti e studenti e senza che ci sia una formazione sul come usarli. Quasi ogni scuola italiana ha costosissime LIM usate come normali PC portatili perchè gli utilizzatori non sono stati formati sul come usarle; migliaia di docenti usano quotidianamente il registro elettronico su tablet Android o iPad acquistati con il solo scopo di inserire dati via browser per cinque minuti al giorno – quando si poteva far acquistare Tablet PC con penna per creare una lezione interattiva che andava oltre al semplice appello iniziale.

      1. Concordo con te Custode. Uso con successo il Surface pro 3 a lavoro a scuola! Sono appena arrivate delle Lim dove insegno. Peccato che si possa scrivere con la penna ma senza Palm rejection! Costi spropositi quando forse basterebbe un proiettore full hd, un telo e un Tabletpc con digitalizzatore attivo.
        Volevo comunque chiederti dell’iPad che ora col Palm rejection di One Note for iPad è diventato molto interessante. Ne hai uno? Lo usi con penna? Ho visto che vi sono diversi libri interattivi fatti con ipad! C’è poi la possibilità di stamparli su OneNote o di condividere la schermata su OneNote con screen shot?

        1. Non possiedo un iPad, ma uso molto frequentemente quello che ho regalato a mia madre. Personalmente trovo l’iPad ancora troppo carente dal punto di vista della produttività e l’unico suo vero vantaggio – il prezzo ridotto – ormai è svanito sotto l’influsso dei dispositivi Android e Windows con Atom.
          Il nuovo OneNote per iPad è molto interessante, ma personalmente lo trovo carente in quanto non supporta ancora la penna Wacom Fineline – che a mio parere rappresenta la vera rivoluzione per iOS e che offre un vero riconoscimento del polso.
          L’iPad resta comunque al momento estremamente inferiore alle macchine Windows (bisogna sempre ricordarsi che come Apple stessa vuole l’iPad è un affiancamento del PC e non un suo sostituto) e va bene per esperimenti ma per progetti educativi seri bisognerebbe puntare su altro.

          1. Come mai il nuovo OneNote non supporta la wacom fineline? Supporta il palm rejection di qualsiasi penna tranne che con la Wacom? E’ quanto mai assurdo che lo sopporti con altre penne capacitive e non con la fineline.
            Ad ogni modo ovvio che iPad non può sostituire un computer, ma didatticamente può sostituire diversi libri e altro materiale didattico. Mi fa (positivamente) impressione vedere certe applicazioni/ebook con viaggi virtuali tridimensionali, applicazioni/ebook pensati per iPad e non per il Surface pro 3 (aimé).

          2. La Wacom Fineline non è una normale penna capacitiva, ma una tecnologia decisamente avanzata che permette precisione estrema, sensibilità alla pressione elevata e anche supporto alla firma grafometrica – ma interfacciandosi all’iPad in modo molto particolare, richiede che l’applicazione di disegno o note supporti la penna.

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